Mi chiamo Stefano Tesi (mail@stefanotesi.it) e faccio il giornalista dal 1987 (tessera 79602, elenco professionisti). Sono da sempre un freelance puro, per scelta. Conosco talmente bene questa professione da essere (dal 2005 e unico in Toscana) consulente del Tribunale di Firenze – Albo CTU, sezione esperti, n° iscrizione 8171 – per questioni contrattuali giornalistiche liberoprofessionali).
Per fortuna non mi occupo solo di giornalismo ma anche d’altro.
Che, talvolta, è già o diventa un lavoro: musica, viaggi, libri, tradizioni, stili di vita, costume, società, idee, paesaggio, mondo rurale, enogastronomia, agricoltura, vino, beni culturali, costume, sport, sole & acciaio.
Ho l’onore di avere avuto come maestro Indro Montanelli a “Il Giornale” (con il quale ho collaborato vent’anni).
Poi le scelte professionali e di vita hanno orientato diversamente la mia carriera.
La determinazione di non “migrare” a Milano. E la convinzione di poter dare il meglio di me, professionalmente, restando in libertà: quindi operando da freelence.
Da qui tantissime collaborazioni (oltre al Giornale Nazione, Sole 24 Ore, Panorama, TG2 e decine di altre, incluse testate straniere e praticamente tutte le testate di viaggio italiane), una felice parentesi da caposervizio all’economia al dorso fiorentino del “Il Giornale” nel 1998, l’insegnamento della libera professione all’Istituto di Formazione Giornalistica Walter Tobagi di Milano. Gli anni spesi (utilmente? Mah…) nell’associazionismo tra giornalisti: fondatore nel 1998 e primo vicepresidente di Neos (l’associazione dei giornalisti di viaggio italiani, di cui sono recentemente tornato a far parte), fondatore e presidente dal 2011 al 2018 di Aset, l’associazione dei giornalisti enogastroagroalimentari toscani). Gli inutili tentativi di portare idee nuove all’Ordine e al sindacato senza mettermi addosso etichette. Le battaglie per l’informazione e la formazione, l’equo compenso dei giornalisti.
Nel 2009 ho aperto Alta Fedeltà, la testata on line in forma di blog che dirigo e gestisco direttamente occupandomi, senza peli sulla lingua, dei temi a me cari.
Tanti i paesi visitati (108, salvo errori), una decina di libri e guide, centinaia di reportage scritti da tutto il mondo, migliaia di notti passate in albergo nei luoghi più strani, valigie, rischi, delusioni, entusiasmi, arrabbiature. Svariate querele e qualche grosso pericolo. Le questioni di principio. Il piacere della tavola e quello, ancora più grande, della musica. L’esperienza in radio, la più bella della mia vita. E infine il mondo rurale, i valori della campagna, i dolori dell’agricoltura, l’utopia di salvare dalla rovina la casa avita nelle Crete Senesi nonchè, in generale, il paesaggio agrario dalle follie della modernità. Anche per questo nel 2008 ho accettato di dirigere il semestrale Global Environment, A Journal of History and Natural and Social Sciences (http://www.globalenvironment.it/)
Continuano le collaborazioni vecchie e nuove (tra queste Dove, Guida Ristoranti Espresso, Civiltà del Bere, Corriere Vinicolo ad esempio), nonostante i mala tempora generali.
Occasionalmente continuano anche le docenze sia nei corsi di formazione OdG che altrove (scuole e licei compresi), sulla libera professione e sul giornalismo specializzato.
In attesa di partecipare qualche nuovo Pellegrinaggio Artusiano (ovvero maratone gastrogiornalistiche: info su https://artusiapiedi.wordpress.com/), prosegue anche l’esperienza collettiva del blog-network “Garantito IGP – I Giovani Promettenti” (dove sei giornalisti-blogger ospitano a turno sulla propria blog-zine gli articoli degli altri) e quella tra i gli editorialisti di www.letaschepiene.it, l’irriverente sito contro tutte le burocrazie.
Ecco: